Focus sui tatuaggi 3D

In questo caso si può proprio parlare di moda, perché i tatuaggi sono indubbiamente una straordinaria forma d’arte, dalle tradizione antichissime ma dal successo planetario piuttosto recente (dagli anni Novanta il tattoo si è affermato come fenomeno di massa), e negli ultimissimi anni, assieme al cinema in 3D (invero, un flop clamoroso), alle stampanti 3D e agli altri innumerevoli campi di sperimentazioni della tridimensionalità, sono nati anche i tatuaggi 3D.

Sono tatuaggi estremamente appariscenti e dall’impressionante impatto visivo – positivo o negativo che sia; i soggetti disegnati, sia in bianco e nero che, più spesso, colorati, sembrano fuoriuscire direttamente dalla pelle della persona tatuata e quasi prendere vita. La tecnica non è semplice e numerosi artisti tatuatori da tutto il mondo vi si stanno specializzando, considerato il sempre crescente numero di richieste da parte dei clienti. Tra i soggetti preferiti vi sono particolari classi di animali: da insetti esteticamente assai gradevoli come le farfalle fino a spaventosi serpenti, passando per temuti artropodi come scorpioni e ragni (questi ultimi forse sono in assoluto i più richiesti). Altri soggetti di successo sono ferite cucite alla meglio, cerniere, chiavi, denti, ingranaggi elementi biomeccanici, occhi, ritratti di bambini (tatuaggi diffusisi recentemente tra le neo-mamme appassionate di tattoos) persone etc.

Le parti del corpo preferite per questa tipologia di tatuaggi sono prevedibilmente quelle con le maggiori possibilità di essere esposte in bella vista, perciò in primis gli arti superiori e quelli inferiori, poi le spalle e la schiena, e infine, per i più coraggiosi, non mancano le richieste per testa e collo.

Di sicuro il 3D non è lo stile più bello né il più raffinato dell’arte del tatuaggio, ma altrettanto sicuramente sta avendo un notevole successo di pubblico grazie alle sue caratteristiche innovative e al suo essere un eccezionale catalizzatore di sguardi (chi sceglie di farsi un tatuaggio tridimensionale, lo fa essenzialmente per diversificarsi dalla massa e per essere guardato).