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25/10/2016
In televisione, talvolta, all’interno dei programmi generalisti – di qualità sempre piuttosto dubbia – succede di sentir parlare dei tatuaggi, spesso in maniera fuorviante dato che si tende a porre l’accento sugli aspetti che dai più vengono considerati “negativi”.
Uno degli argomenti più discussi è l’età di chi decide di tatuarsi, dato che negli ultimi anni l’età media dei tatuati si è abbassata, andando a toccare sempre più di frequente fasce d’età cosiddette teen (fermo restando che per i minorenni è necessario il consenso dei genitori). La questione anagrafica ci permette di fare una breve ma interessante riflessione, non tanto sull’età giusta da un punto di vista legale (non è di nostra pertinenza, ovviamente), quanto chiedendoci se esiste un’età più idonea dal punto di vista “personale” per farsi il primo tatuaggio.
Secondo noi non esiste un’età “X” più corretta in assoluto per decidere di farsi primo tatuaggio, e la motivazione del nostro pensiero risiede nel fatto che ogni individuo dispone di un bagaglio unico e irripetibile di esperienze, note o segrete, intime o pubbliche, importanti o meno importanti, tante oppure poche; ognuno di noi è talmente diverso dall’altro che risulta insensato e ingiusto paragonarci l’un l’altro per valori assoluti in merito all’ambito dei tatuaggi.
Infatti i tatuaggi sono (o, perlomeno, dovrebbero essere) una materia eminentemente personale, un’arte che per ciascuno di noi assume un valore differente, perché imprimiamo le nostre scelte o i nostri ricordi sulla nostra pelle, per sempre, e ciò significa che soltanto individualmente conosciamo il valore insito di ciascuno dei nostri tattoos.
In conclusione, nessuno può dire che un’età sia più o meno idonea a compiere la scelta di tatuarsi, poiché si tratta di un territorio strettamente personale, appartenente alla sfera più intima di ogni persona e non giudicabile dagli altri.