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04/09/2016
L’ascia è uno dei simboli atavici della civiltà umana, sin dalle epoche più remote ha fatto parte dell’equipaggiamento essenziale degli uomini e ne ha popolato anche l’immaginario collettivo, persino, come vedremo, quello religioso.
La prima funzione dell’ascia naturalmente è relativa alla caccia per la sopravvivenza, evolvendosi poi in un’arma da utilizzare in combattimento e quindi nella guerra. Un’arma offensiva dotata di forza e di pericolosità eccezionali se brandita da un abile braccio, è divenuta ben presto il simbolo principe dei guerrieri più coraggiosi e impavidi, disposti a sacrificare la propria vita per il bene comune.
Presente in numerose culture, l’ascia ha guadagnato particolare fortuna nelle civiltà nordiche, nelle cui società patriarcali, orgogliose e bellicose, tale strumento viene ritenuto un’arma divina, l’arma del dio del Tuono e perciò il simbolo della più alta e venerata tra le divinità.
La complessa simbologia descritta sinora è penetrata anche nel mondo dei tatuaggi, il quale ha assorbito il valore guerriero dell’ascia, conferendole un significato stratificato, composto di forza poderosa, coraggio, orgoglio, difesa della famiglia e della comunità, fatica, disponibilità al sacrificio, ardore e spirito indomabile.
Chi sceglie di tatuarsi un’ascia lo fa per una ragione precisa, legata a un particolare momento della propria vita e volendo esprimere con efficacia una disposizione d’animo attiva, coriacea, che rifiuta di arrendersi finanche di fronte agli ostacoli più ardui.