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Ripensamenti estivi: tra gli italiani va di moda il tattoo changing

19/08/2016

19 AGO
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Una interessante nota rilasciata recentemente dall’Istituto Superiore di Sanità rivela che d’estate il 30% degli italiani tatuati (e sono circa sette milioni, un numero per altro in costante aumento) decide di rimuovere, modificare oppure – sempre più spesso – sostituire i tattoos dei quali ci si è pentiti.

Seguendo i dati dell’ISS, il Quanta System Observatory ha condotto una curiosa indagine statistica che ha portato alla scoperta che la maggior parte dei “pentiti” appartiene alla fascia d’età tra i 30 e i 40 anni (soprattutto manager, liberi professionisti e impiegati statali), nella quale toccano il 68%, mentre la percentuale scende al 45% tra i 18 e i 29 anni e al 41% fra coloro che hanno più di 40 anni. Per quanto riguarda la statistica sul sesso dei “pentiti”, la maggioranza sono donne (54%), anche se non è ampio il divario rispetto agli uomini (48%).

La tendenza dei pentiti non è comunque univoca e il cosiddetto tattoo changing ha la meglio sulla rimozione: infatti il 51% dei pentiti desidererebbe sostituire il tattoo non più tollerato, il 26% vorrebbe solamente un restyling (più o meno marcato) per modificarne il significato originario oppure per renderlo di nuovo gradevole dal punto di vista estetico (13%), il 10% vorrebbe la cancellazione totale di un ricordo insopportabile.

La varietà domina anche la classifica delle tipologie dei tatuaggi di cui ci si pente di più: al primo posto – prevedibilmente – ci sono i nomi degli/delle ex (58%), seguiti dalle citazioni celebri (45%) e, a sorpresa, dai disegni tribali (41%), evidentemente non più così apprezzati dopo un certo periodo. In classifica compaiono anche i nomi delle ex migliori amiche, i tatuaggi mal riusciti, gli stemmi della squadra del cuore, i tattoos ritenuti troppo evidenti, infantili o imbarazzanti (specie quelli fatti da giovanissimi), e anche i riferimenti a ideologie politiche o religiose.

Quello del tattoo changing costituisce indubbiamente un trend in aumento, agevolato sia dai notevoli progressi compiuti dalle tecnologie, sia dalla sempre maggiore abilità dei tatuatori nel trasformare i vecchi tatuaggi in nuove creazioni che nascondono alla perfezione ciò di cui ci si era pentiti.